PSA: un valido aiuto nella diagnosi di tumore alla prostata

Da anni ormai agli uomini oltre i quarant’anni viene chiesto di sottoporsi allo screening del PSA con cadenza almeno annuale. Va detto che il significato clinico di tale pratica è ancora tutt’oggi in discussione.

Infatti come per un qualsiasi altro marker tumorale, anche il PSA dovrebbe essere utilizzato per il follow-up (seguire una patologia già conclamata), più che per lo screening, per il semplice fatto che è soggetto a falsi negativi.

manifesto postata

(Manifesto di sensibilizzazione a cura della World Foundation of Urology)

Fatta questa importante premessa e ricordando che la diagnosi di carcinoma prostatico come quella di prostatite benigna (ipertrofia prostatica benigna o IPB) deve essere fatta dallo specialista Urologo dopo l’esecuzione delle analisi, dell’esplorazione rettale ed in alcuni casi biopsia prostatica, ci accingiamo a parlare del PSA e degli esami ad esso correlati.

Indice dei contenuti

La prostata

(Prostata – in giallo. Si noti l’adiacenza con il retto, motivo per cui è una valida pratica diagnostica l’esplorazione rettale)

La prostata è la ghiandola, presente nei mammiferi maschi, deputata a produrre, insieme alle vescicole seminali, la fase liquida del liquido seminale. Negli uomini tale ghiandola è soggetta ad ipertrofia (ingrossamento), infiammazione ed in alcuni casi a neoplasia.

Le prostatiti, sia benigne che maligne possono essere sintomatiche (sintomi della prostatite) o non avere sintomi, per cui è fondamentale attuare uno screening su tutti gli uomini con età maggiore ai 40 anni.

prostatite
(In questa illustrazione appare evidente il coinvolgimento della prostata nella riduzione del volume vescicale e nella stenosi uretrale)

[alert-success]Per approfondireMassaggio prostatico: quali sono i rischi in cui non si incorre, se lo si fa[/alert-success]

PSA

psa

(Struttura proteica del PSA)

Il PSA (Prostatic Specific Antigen), il cui nome sistematico è semenogelasi, ha il compito di mantenere fluido il liquido seminale. Si ricerca con un semplice prelievo del sangue ed il suo aumento quindi è spesso sintomatico di un aumento di attività prostatica. Il valore dovrebbe sempre tendere a zero e comunque essere inferiore a 2,5 ng/mL.

Un campanello di allarme è dato da un valore superiore a tale soglia. Il PSA può aumentare per diversi motivi, dalla semplice e fisiologica ipertrofia prostatica in persone di età avanzata a malattie ben più serie.

Per affinare la ricerca negli ultimi anni si è abbinato al PSA un altro valore : il rapporto fPSA/tPSA. Il PSA o tPSA (PSA totale) è infatti numericamente composto da cPSA (PSA complessato) e da fPSA (PSA free o libero).

Per cui tPSA= fPSA + cPSA
psa-totale

Si è visto che un rapporto fPSA/tPSA superiore a 20% è spesso predittivo di prostatite di origine benigna. Allo stesso modo cPSA/tPSA deve essere inferiore a 80%. In base a questi dati ed ovviamente alle informazioni cliniche del paziente, il medico potrà predisporre ulteriori indagini.

E’ da preferire al fPSA l’esecuzione del cPSA poiché dal punto di vista biochimico è più stabile nel siero. Questo soprattutto per i laboratori che non eseguono subito i test. Introduciamo ora un test di nuova concezione che può essere richiesto qualora il PSA fosse più alto di 2,5 ng/mL

PCA3

pca3.org

(Sito ufficiale del test PCA3)

Il PCA3 (Prostate Cancer Antigen) è un test  di biologia molecolare che da un valido aiuto al medico che deve decidere se far effettuare un prelievo bioptico (quindi invasivo) al paziente.

Come si deduce dal nome stesso, a differenza del PSA, il PCA3 è specifico per il cancro alla prostata, ossia si rileva solo in presenza di neoplasia. Tale ricerca viene effettuata da un campione di urine emesso dopo esplorazione digito-rettale (DRE) effettuata dal medico di laboratorio.

 …buon senso

urologist

 (Dr. Hans Koch, the Dermatologist and Urologist, 1921 – OTTO DIX)

Negli anni si è spesso discusso sulla validità di tali test nello screening preventivo del tumore alla prostata. Ritengo utile terminare questo articolo con una frase del Dott. Valdagni, Direttore del Programma Prostata, Istituto nazionale dei tumori:

… Ma allora il PSA serve o no?”

Come dicevamo, serve il BUON SENSO. Ovvero il test è utile se utilizzato nel modo giusto: non come una prova dell’esistenza del tumore, ma come un eccellente indizio. “  tratto da Sanità NEWS 27-07-2009

Dott.Mileto Carrubba
Biologo

2 Comments

  1. Armando Picone

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