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I vantaggi del Generico

Equivalente: medicinale a base di uno o più principi attivi, prodotto industrialmente, non protetto da brevetto, identificato dalla denominazione comune internazionale del principio attivo o, in mancanza di questa, dalla denominazione scientifica del medicinale, seguita dal nome del titolare dell’AIC (Autorizzazione all’Immissione in Commercio), che sia bioequivalente rispetto ad una specialità medicinale già autorizzata con la stessa composizione quali-quantitativa in principi attivi, la stessa forma farmaceutica e le stesse indicazioni terapeutiche.

La caratteristica sicuramente più interessante dei farmaci equivalenti è il costo, che deve essere inferiore di almeno il 20% rispetto a quello della specialità medicinale! Il motivo di questo “sottocosto” è semplice: il prezzo di un medicinale brevettato (specialità) deve tener conto dei costi sostenuti dall’azienda farmaceutica produttrice per scoprire il nuovo principio attivo e formularlo. Scaduto il brevetto sul principio attivo, i medicinali che lo contengono possono essere prodotti e venduti anche da altre aziende farmaceutiche che, non avendo avuto spese di ricerca, non devono recuperare investimenti precedenti. Quindi il prezzo del farmaco equivalente deve essere più basso!

C’era una volta…il farmaco generico!

“Battezzato per la prima volta con il nome di generico (introdotto dall’art. 130, comma 3 della L. 28.12.1995, n. 549) il povero farmaco-copia non ha avuto molto successo, soprattutto qui in patria.

Questa definizione é risultata, infatti, dequalificante!

La scelta di un nome,  si sa, può condizionare l’intera esistenza di una persona, soprattutto in considerazione della sua influenza nelle relazioni con gli altri. Per questo motivo si doveva pensare ad un nome che avrebbe conquistato le persone, non uno che mettesse da subito dei dubbi sulla sua efficacia o qualità.