Come Fa un Dietologo a Creare un Programma di Dimagrimento Equilibrato e Su Misura

Durante la primavera, in vista dell’estate, sono moltissime le persone (sia uomini che donne) che decidono di ritornare in forma. L’obiettivo principale, infatti, è quello di ottenere un fisico mozzafiato da mostrare sulle spiagge.


Per raggiungere questo obiettivo si rivolgono a nutrizionisti, dietisti e dietologi, senza conoscere precisamente le competenze di ognuna di queste figure e dunque senza delle idee particolarmente chiare.

In questo testo ci occuperemo specificatamente della figura del dietologo.

Per un Programma di Dimagrimento bisogna partire da alcuni concetti fondamentali

programma di dimagrimento


Il primo, nonché quello più importante, è che bisogna rivolgersi a un esperto della nutrizione umana non solo per dimagrire, ma in generale per raggiungere uno stato di salute adeguato.

L’alimentazione è tutto, e seguire una dieta bilanciata ed equilibrata è di primaria importanza.

Per approfondire leggi anche la dieta dei gruppi sanguigni.

Al contrario di quanto si pensi, non sono soltanto le persone in sovrappeso a rivolgersi a un esperto di nutrizione per raggiungere un buono stato di salute, bensì anche chi è sottopeso, oppure chi è normopeso ma presenta un eccesso di grasso rispetto alla massa magra.

Quanto appena detto porta, dunque, a un altro concetto chiave: con il termine “dieta” non si intende solo un regime alimentare il cui scopo è quello di promuovere il dimagrimento, bensì rappresenta uno stile di vita, come testimonia la parola greca dalla quale deriva (che significa letteralmente “modo di vivere“).

Ovviamente, la dieta per un certo tempo può essere definita come “dimagrante“, ma alla fine del percorso si parla quasi sempre di dieta “di mantenimento“: una dieta di questo genere rappresenta nient’altro che l’insieme degli alimenti da ingerire, e le relative quantità, per mantenere il corpo in forma e in salute.

Approfondisci con la lettura di questo articolo sulla dietetica naturale.

Il terzo concetto importante che bisogna chiarire è il ruolo del dietologo:

si tratta a tutti gli effetti di un medico, che può individuare patologie e prescrivere farmaci e cure, al contrario del nutrizionista, del dietista e del biologo.

Ovviamente, nel proprio percorso di studi il medico dietologo ha affrontato una specializzazione in alimentazione umana.

A questo punto è doveroso chiedersi come faccia il dietologo a prescrivere un programma di dimagrimento che sia equilibrato e su misura per il singolo individuo

Ovviamente, il tutto parte dallo studio della persona: il dietologo deve analizzare, infatti, molti aspetti della vita del paziente, allo scopo di individuare le cause dell’accumulo di peso (che non sempre sono legate all’alimentazione, ma possono essere correlate a problemi ormonali o a malfunzionamenti di alcuni organi, per i quali il dietologo può indirizzare il paziente verso uno specialista) e porvi rimedio.

Questa analisi delle abitudini e dello stile di vita della persona avviene solitamente durante la prima visita.


Al momento della visita, il paziente deve fornire al medico le ultime analisi del sangue: queste sono fondamentali per valutare eventuali eccessi (o difetti) di zucchero nel sangue, di trigliceridi, di colesterolo e di alcuni enzimi fondamentali per la digestione, la cui assenza potrebbe essere correlata a un cattivo funzionamento dell’apparato digerente (come, ad esempio, l’alfa-amilasi, un enzima responsabile della digestione degli zuccheri).

I valori presenti sulle analisi del sangue vengono confrontati con uno standard, che rappresenta il range adeguato per gli uomini, per le donne o per altre fasce di popolazione.


È fondamentale informare il medico di tutta la propria storia clinica: bisogna comunicare se si è affetti da qualche malattia e se si assumono farmaci, in quanto alcuni alimenti possono interagire con i principi attivi presenti nei medicinali e amplificarne il potere oppure inibirli.


Lo step successivo è rappresentato dalla cosiddetta anamnesi alimentare.

In questa fase, il paziente deve esporre al dottore tutte le proprie abitudini alimentari.

Bisogna quindi presentare un quadro piuttosto dettagliato di tutto ciò che è stato mangiato in un certo arco di tempo di riferimento (solitamente la settimana precedente), senza omettere anche abitudini alimentari non correlate ai pasti principali (come eventuali aperitivi, l’abitudine di bere una birra dopo cena con gli amici e situazioni simili). In questa fase vanno dichiarate anche altre abitudini, come il fumo e l’uso frequente di alcol.


Un altro indice importante da comunicare al dietologo è la tendenza ad accumulare peso in certe zone del corpo.

Questa tendenza, in alcuni casi, può essere spiegata da una disfunzione di una ghiandola, che causa l’accumulo di grasso o di liquidi in una zona del corpo piuttosto che in un’altra. 


Non si può omettere l’eventuale attività fisica svolta, nonché il proprio stile di vita. Infine, ma non per importanza, al paziente viene chiesto quali sono i cibi che apprezza maggiormente e quali invece non gradisce molto: questa informazione è particolarmente utile nella fase di realizzazione di una dieta per far sì che il paziente sia appagato dal punto di vista psicologico.

Dunque la visita procede con una visita vera e propria, atta a misurare alcuni indici come il BMI nonché la quantità di grasso presente.

Vengono misurate le circonferenze, i battiti del cuore e la pressione e, attraverso il bioimpedenzimetro, viene stimata con una certa accuratezza la quantità di massa grassa e magra, nonché la ritenzione idrica dell’individuo.

A questo punto, generalmente, la prima visita con il dietologo può considerarsi terminata.

Di certo il medico non ha già a disposizione una dieta ad hoc da fornire al cliente, ma può iniziare a fornire dei consigli generali da adottare per dimagrire e stare bene.


Successivamente, in base a tutte le informazioni raccolte, il dietologo elabora una precisa dieta. Si tratta di una fase estremamente delicata, poiché deve coniugare esigenze fisiologiche, psicologiche e salutistiche legate all’individuo, attraverso la scelta non solo degli alimenti più adatti, ma anche delle quantità idonee.

Molto spesso vengono date importanti indicazioni anche in merito al metodo di cottura.

Tutto ciò avviene perché bisogna ovviamente garantire un introito di kilocalorie (che possono essere assunte da proteine, fibre, carboidrati, lipidi e alcol) inferiore rispetto a quelle consumate attraverso il metabolismo basale e l’attività fisica, ma al contempo è necessario assicurare un’adeguata quantità di vitamine e minerali fondamentali per il corretto funzionamento del corpo.

Da qui si evince, dunque, che il dietologo deve anche possedere un’eccellente preparazione in biochimica.


Le quantità di minerali, vitamine e macronutrienti possono essere consultate da un manuale di fondamentale importanza per il dietologo, ovvero i Livelli di Assunzione di Riferimento dei Nutrienti e dell’energia (abbreviato con la sigla LARN), che indica le quantità medie, il fabbisogno di un particolare componente nonché i limiti massimi tollerabili per la popolazione generica e, ove necessario, per fasce di popolazione precise (donne in gravidanza, bambini e anziani e altre) o per soggetti affetti da alcune patologie.

Di ognuno di questi bisogna valutare, poi, la quantità effettivamente trattenuta dall’individuo, la quale solitamente non corrisponde con quella ingerita.

Infine, combinando tutte queste informazioni è possibile elaborare una dieta.


Naturalmente, il modello appena descritto è piuttosto esemplificativo, ma dà l’idea della complessità insita nella realizzazione di una dieta dimagrante equilibrata e ad hoc per il paziente.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.