Massaggio ayurvedico? Ayurveda? Sì, ma ormai non si tende più a parlare senza sapere l’oggetto del discorso in quanto questo tipo di massaggio venuto dall’Oriente è sempre più apprezzato in Occidente.
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I tre benefici del massaggio ayurvedico
a cura di Roberto Boschini
Pratico questa disciplina da circa un decennio ormai e, oltre ad applicarla sulle persone, la insegno ad altri massaggiatori che intendono imparare anche il massaggio ayurvedico. Sono quindi solito a parlare con terminologie tecniche quando insegno ad altri aspiranti massaggiatori, ma questa volta il mio intento è scrivere per appassionati che vorrebbero sottoporsi ad una seduta di questo tipo di massaggio.
In questo articolo, voglio svelare i 3 più importanti benefici del massaggio ayurvedico. Questo perché, sì, il massaggio ayurveda sta arrivando anche qui, ma non per questo tutti gli interessati in occidente sanno i suoi benefici, i suoi principi e via dicendo. Sta, quindi, a noi massaggiatori spiegargli e spiegare le differenze con il massaggio tradizionale, quello che conosciamo più o meno tutti.
Beneficio 1: il rilassamento dei sensi
Titolo scontato? No. L’obiettivo di rilassare il ricevente credo sia in tutti i tipi di massaggi, la maxi differenza che c’è tra quello tradizionale e quello ayurvedico è che quest’ultimo è una branchia dell’Ayurveda.
Non sai cos’è l’Ayurveda? E’ un’antica medicina che ha più o meno 5000 anni, con essa si curavano i malati nel subcontinente indiano. Questa, in quelle parti di mondo, viene tutt’ora utilizzata maggiormente rispetto alla medicina convenzionale da noi conosciuta (stai attento, però, non ti sto dicendo che ora devi curarti con l’Ayurveda. Questo scritto è a scopo informativo).
Questa antica medicina ha come obiettivo il riassestamento del corpo umano, andando a toccare tre parti: fisico, mente e spirito. Per fare questo, il medico ayurvedico si aiuta con svariate tecniche tra cui il massaggio ayurvedico. Ed ecco quindi che il massaggio ayurveda non è più un solo movimento freddo sui muscoli del ricevente, ma una continua ricerca di contatto fra le energie vitali del massaggiatore e del paziente.
Beneficio 2: lo sciogli-muscoli
Un altro obiettivo del massaggio ayurvedico è quello di mettere in moto le energie vitali interne al nostro corpo andando ad espellere quelle negative. Via quindi i muscoli contratti, i dolori muscolari, l’accavallamento di nervi e così dicendo.
L’obiezione più scontata è “sì, ok, le energie vitali…ma si tratta semplicemente di contratture da sciogliere tramite un semplice massaggio!”.
E’ indubbio, ma il massaggio ayurvedico essendo un ramo dell’Ayurveda ha in sé parecchi concetti spirituali da non denigrare, ma da studiare e conoscere. Come detto in precedenza, essa nasce più di 5000 anni fa ed è inevitabile che ancora oggi le sue colonne portanti risiedano nello spirito.
Beneficio 3: il concetto di spirito
Per chi ci crede non c’è nulla da apprendere, ma per i più restii è doveroso spiegare alcune cose. Sempre ricollegandomi al paragrafo numero due, nel massaggio ayurvedico si cerca di non tralasciare nulla. Questo significa che durante la fase diagnostica, il massaggiatore oltre alla parte fisica entra in contatto con le energie vitali del ricevente.
Nell’ayurveda, e quindi in questo massaggio, esistono tre energie vitali interne che risiedono più o meno a livello del ventre e vengono chiamati: i tre dosha. A loro volta, i tre dosha hanno dei nomi: Vata, Pitta e Kapha. Queste energie, qualora non fossero in equilibrio, procurerebbero all’essere umano uno stato di malattia.
E’ quindi compito del massaggiatore individuare le energie negative ed espellerle dal corpo ristabilendo l’equilibrio nei tre dosha. Attenzione, quando scrivo di “stati di malattia” non parlo necessariamente di fatti gravi come può essere il cancro.
Uno stato di squilibrio può essere anche portato dai cattivi pensieri, dallo stress e da queste problematiche. Ed ecco spiegato il beneficio 1: lo stress è un portatore di parecchie problematiche, riuscire a rilassare il corpo e la mente è fondamentale per il benessere psico-fisico.
L’efficacia del massaggio ayurvedico: una prova
A riprova dell’efficacia di questa pratica, mi piace sempre raccontare una breve storia vera su ciò che può accadere durante una seduta. Il ricevente si sdraia sul tatami, classico lenzuolo situato sul pavimento (il massaggio ayurvedico si dovrebbe pratica a terra e non su lettino), e dopo aver svolto tutto il necessario, ovvero la fase diagnostica e quant’altro, si arriva ad un tipo di massaggio denominato “riequilibrio degli organi interni”.
In pratica, come detto in precedenza, i tre dosha (le tre energie vitali e colonna portante di tutta l’ayurveda e del massaggio ayurvedico) sono situate in tre organi diversi del nostro ventre. La pratica nominata prima agisce proprio in questa zona del corpo.
Il massaggiatore, con moto circolare del braccio, tende a massaggiare fegato, stomaco, intestino e gli altri organi presenti e raggiungibili. Con questo movimento sarà in grado di sentire eventuali resistenze all’interno di qualche organo e potrà scioglierle.
Qui, però, avviene qualcosa di inaspettato. Queste resistenze possono voler significare tensioni, stress, pressioni del mondo esterno, problemi al lavoro e via dicendo. Sbloccarle è fondamentale per liberare la propria mente e il proprio corpo da un problema che poteva durare anche da mesi.
Capita, quindi, che il ricevente piange, cioè si libera. La lacrima scende non perché il massaggio causa male (perché non fa male), semplicemente perché tutte le energie negative se ne stanno andando. Questa cosa non deve spaventare, anzi è un fatto positivo, ma non è detto che avvenga a chiunque.
Ogni caso, infatti, è un fatto a se. Ogni persona presenta problematiche diverse e non è corretto paragonare una seduta con un’altra. Perciò non è detto che a tutti capita di piangere durante un massaggio al ventre sui tre dosha. Ogni volta che racconto questa storia lascio chi mi ascolta con la bocca aperta, ma rimane un fatto interessante per spiegare la potenza del massaggio ayurvedico.