Fitoterapia: naturale è meglio?

All’ interno della  nostra trattazione sulle medicine complementari non poteva certo mancare la Fitoterapia!

Il termine viene dal greco “phyton“, pianta e “terapeia“, cura e sta ad indicare una tra le più antiche pratiche usate dall’ uomo per curare i disturbi fisici.

La Fitoterapia è una medicina naturale che impiega le sostanze contenute nelle piante per ottenere rimedi. L’ uso delle piante come rimedio naturale risale a tempi antichissimi, quando la natura era la principale fonte di cura e l’ osservazione l’unico mezzo per valutare la efficacia di un trattamento.

Oggi la Fitoterapia è stata legittimata, ovvero riconosciuta come pratica medica integrativa, i cui risultati sono scientificamente provabili, in ragione di alcuni estratti fitoterapici riconosciuti e sfruttati anche  dalla medicina scientifica tradizionale, rientrando a pieno titolo nella categoria dei farmaci.

Naturale = Innocuo?

Le sostanze medicamentose ottenute dalle piante possono essere definite a tutti gli effetti principi attivi poichè influenzano le funzioni dell’ organismo.

Le attività che questi principi possono esercitare sulla fisiologia umana sono molteplici, dalla regolazione ormonale all’ attività antimicrobica, da un’ azione lassativa a quella antinfiammatoria.

Oggigiorno sono tantissime le persone che ricorrono a questi prodotti a base di piante medicinali proprio grazie a quest’ aggettivo, “naturale“, che tranquillizza e conforta le coscienze.

I rimedi naturali danno risposte dose/effetto certe (allo stesso modo dei farmaci), ma comportano anche controindicazioni da sovradosaggio che non bisogna sottovalutare. Naturale non è sinonimo di innocuo, ed anche per questi presidi è necessaria l’ indicazione terapeutica di uno specialista o dello stesso medico curante.

Alcuni estratti di piante ed erbe medicinali vengono commercializzate solamente in farmacia, mentre altri sono ingredienti comuni di prodotti farmaceutici o di integratori alimentari. Questi ultimi, anche se dotati in genere di un’ attività più blanda, possono essere potenzialmente pericolosi per certe persone. Ad esempio, alcuni principi con proprietà dimagranti (guaranà, arancio amaro ed erba mate) possono risultare pericolose per i cardiopatici, così come alcune alghe ricche di iodio (fucus o laminaria) sono da evitare per chi ha problemi di ipertiroidismo. Alcuni prodotti dietetici (le fibre ad esempio) possono interferire con l’ attività di vari farmaci, alterandone l’ assorbimento e quindi l’ effetto terapeutico.

Come proteggersi dal naturale?

L’uso di piante e dei loro derivati può essere utile nella terapia e può, anzi, rappresentare una ulteriore possibilità terapeutica, ma spesso si verifica uno sfruttamento promozionale di piante ed erbe delle quali si vantano proprietà terapeutiche non documentate e delle quali talvolta si ignorano i possibili pericoli.

La fitoterapia, ancor meno conosciuta rispetto alla medicina tradizionale a mio parere, non esclude l’autoprescrizione, tanto che esistono fitoterapici da banco senza obbligo di ricetta medica. E’ questo un vantaggio o un potenziale pericolo? Guai se non credessi che sia un vantaggio! Ma proprio come per i farmaci di automedicazione il mio consiglio è chiedere sempre il parere del proprio medico e, una volta ottenuto il “via libera”, leggere bene l’ etichetta in quanto è l’ unico elemento utile per valutare la qualità di un prodotto!


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