Antibiotici: un’arma a doppio taglio!

Si definisce Antibiotico un farmaco, di origine naturale o di sintesi, capace di bloccare la riproduzione dei batteri (batteriostatico) o di ucciderli (battericida).

Per quale ragione  questi farmaci sono diventati tanto importanti, da avere anche una giornata a loro dedicata (il 18 Novembre)?

Innanzitutto perchè in Italia e in Europa se ne fa largo uso/abuso, e per il preoccupante aumento di fallimenti terapeutici nell’ambito di paologie infettive, anche gravi, conseguenti all’insorgenza di Resistenza Batterica: la capacità dei batteri di diventare insensibili all’azione degli antibiotici.

Quali sono i fattori che influenzano la Resistenza Batterica?

La resistenza batterica è un fenomeno multifattoriale, cioè è influenzato da diversi elementi: la virulenza e le caratteristiche molecolari del batterio, l’uso improprio dell’antibiotico, i fattori di rischio per l’acquisizione della resistenza stessa, ecc.

  • I batteri possono avere già in partenza, all’interno del proprio patrimonio genetico, dei geni atti a favorire la sopravvivenza del batterio stesso, anche nei confronti dell’antibiotico (resistenza naturale). Perciò quando il batterio viene a contatto con un farmaco, questi geni vengono posti sotto pressione selettiva e possono attivarsi, mettendo in atto contromisure che permettono al batterio di “resistere” all’azione dell’antibiotico. Questo materiale genetico resistente può essere, inoltre, trasferito da un batterio all’altro, attraverso diversi meccanismi, favorendo la diffusione della resistenza a quel farmaco (resistenza acquisita).
  • L’uso improprio degli antibiotici è un fenomeno ricco di sfaccettature, che vanno dall’abuso o dall’uso inadeguato di questa categoria di farmaci in agricoltura e nei mangimi animali sino all’utilizzo fai-da-te di antibiotici acquistati all’estero o via internet da parte del singolo paziente che , molto spesso, ignora le linee-guida per l’uso di questi farmaci, né sa distinguere un’infezione virale da una di origine batterica.
  • A ciò si aggiunge che, nonostante le limitazioni e le direttive emanate in materia, molti medici continuano a prescrivere antibiotici in eccesso o fuori luogo perché “è quello che si aspetta il paziente”, oppure in dosi e per periodi di tempo non adatti al microrganismo che si vuole trattare. Quando il batterio viene esposto ad un farmaco inutile o inadatto, è facile che sviluppi resistenza nei suoi confronti; resistenza che può facilmente trasmettere ad altri batteri non resistenti.
  • Nella scelta di un farmaco si dovrebbe avere come primo obiettivo la specificità o, perlomeno, uno spettro di copertura il più possibile ristretto, con il farmaco somministrato nella giusta dose e per un periodo di tempo adeguato, perché l’uso di agenti ad ampio spettro d’azione, cioè attivo contro un’ampia gamma di batteri, il dosaggio sub-terapeutico ed il trattamento per un periodo insufficiente sono tutti fattori che promuovono la resistenza. Usare un farmaco ad ampio spettro è come andare a caccia di passeri con un cannone: sparando nel mucchio si ottiene solo di danneggiare la normale flora batterica presente nell’organismo, mentre gli organismi resistenti ed i batteri in grado di mutare, prima presenti in quantità minima, vengono messi in condizione di proliferare liberamente, aumentando il rischio di infezione per il paziente.

E’ per questi motivi che il paziente va informato ed istruito in merito al rapporto rischi/benefici di un trattamento inadeguato!


Come comportarsi con gli antibiotici:

Che siano in compressa, sciroppo, iniezione, aerosol, crema o spray, gli antibiotici vanno assunti nei tempi, nei modi e nelle dosi indicate dal medico e riportate sul foglietto illustrativo. Soltanto seguendo alla lettera questi consigli si può ridurre il rischio di sviluppare resistenza batterica e di andare incontro ad eventuali effetti avversi (ci sono antibiotici, come ad esempio penicilline ed acido clavulanico, che possono generare reazioni allergiche).

Una volta iniziata la terapia con antibiotico, poi, bisogna portarla fino alla fine. Non basta cioè che scompaiano i sintomi del malessere e che si stia bene per interrompere l’assunzione. E’ importante prendere il farmaco fino a completare il ciclo, secondo quanto prescritto, di solito 5, 10 o 15 giorni. E’ necessario infatti essere certi che tutti i batteri siano eliminati, evitando così che riprendano a proliferare e provocare una ricaduta, magari anche più forte di prima. Per la stessa ragione non bisogna mai cambiare antibiotico in corso di terapia: molecole diverse agiscono su batteri diversi!

E, quando magari un’infezione ritorna dopo essere passato del tempo, è sempre meglio rivolgersi al medico ed evitare assolutamente di prendere di nuovo, in modo autonomo, lo stesso farmaco!

Ogni volta che si prendono antibiotici è consigliata l’assunzione contemporanea, per almeno un paio di settimane, di Probiotici che proteggono e ripristinano la flora batterica intestinale, danneggiata dalla terapia. Oltre ai probiotici sarebbe anche utile assumere vitamine e sali minerali, per evitare la disidratazione, soprattutto in caso di febbre.

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