Diabete Mellito: basi molecolari e classificazione

Il Diabete Mellito è molto di più che “elevati livelli di zuccheri nel sangue”, come molte persone credono o fanno finta di credere…soprattutto chi con questa patologia deve convivere.

Il Diabete Mellito è un insieme di sindromi caratterizzate, si, da iperglicemia (elevati livelli di glucosio plasmatico), ma anche da un alterato metabolismo di lipidi, carboidrati e proteine e, infine, da un aumentato rischio di complicanze legate a patologia vascolare.

Esso insorge per un deficit di insulina o per resistenza alla sua azione.

Ruolo dell’insulina nel metabolismo del glucosio

L’insulina è un ormone proteico prodotto dalle cellule beta delle isole di Langerhans all’interno del pancreas.

La sua secrezione (rilascio nel sangue) è un processo finemente regolato, con l’obiettivo di assicurare concentrazioni costanti di glucosio plasmatico sia durante il digiuno che dopo i pasti.

SACCAROSIO

L’insulina comporta una notevole varietà di risposte biologiche, e i tessuti bersaglio di questo ormone, importanti per la regolazione dei livelli di glucosio, sono il fegato, il muscolo e il tessuto adiposo.

Non si deve dimenticare che l’insulina è il principale ormone responsabile del controllo, della captazione (assorbimento), dell’utilizzo e dell’immagazzinamento delle sostanze nutritive delle cellule (glucosio, aminoacidi e acidi grassi). Inoltre inibisce i processi catabolici come la degradazione di glicogeno, lipidi (forme di immagazzinamento di glucosio) e proteine.

Regolazione della glicemia (concentrazione di glucosio nel sangue):

  • Dopo i pasti: l’assunzione di cibo comporta un aumento dei livelli di glucosio nel sangue che va a stimolare la secrezione di insulina. A sua volta l’insulina stimola la formazione di scorte energetiche attraverso la captazione e l’accumulo di glucosio, sottoforma di glicogeno, nel fegato e di trigliceridi nel tessuto adiposo, nonchè l’utilizzo di glucosio come fonte di energia nel muscolo. Allo stesso tempo l’insulina inibisce la produzione di nuove molecole di glucosio da parte del fegato (gluconeogenesi) e la degradazione del glicogeno di scorta (glicogenolisi).
  • Dopo digiuno prolungato: in condizione di digiuno la concentrazione di glucosio nel sangue comincia a scendere e diminuisce la secrezione di insulina, mentre aumenta quella di glucagone, un altro ormone pancreatico che, al contrario dell’insulina stimola la mobilizzazione delle riserve che fanno rialzare la glicemia.

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Nel diabete vi è carenza di insulina o della sua attività, per cui il glucosio, più abbondante che mai nel sangue, non viene captato dai tessuti periferici (fegato, muscolo, tessuto adiposo) e rimane in circolo inutilizzato.

Pur in presenza di alti livelli di glucosio, la condizione che si produce nel diabetico è come nel digiuno: viene perciò stimolata la produzione ex novo di altro glucosio e di corpi chetonici come fonte alternativa di energia, esasperando la condizione di iperglicemia.

Classificazione del Diabete Mellito

Sebbene vi siano diversi sottotipi, il Diabete è classificato essenzialmente in Diabete di tipo1 e Diabete di tipo2.

Diabete di tipo 1

Il Diabete di tipo 1, conosciuto anche come Diabete Mellito Insulino-Dipendente, è causato da una ridotta secrezione di insulina dovuta ad una distruzione autoimmune delle cellule beta pancreatiche che la producono.

Diabete di tipo 2

Il Diabete di tipo 2, detto anche Diabete Mellito Non Insulino-Dipendente, è dovuto ad una ridotta secrezione di insulina o ad una resistenza alla sua azione a livello dei tessuti periferici (ovvero i tessuti non “sentono” lo stimolo indotto dall’insulina ad assorbire il glucosio plasmatico).

Terapia

Il trattamento di entrambi i tipi di diabete, mirato ad un controllo adeguato e costante della glicemia, ha lo scopo di alleviare i sintomi e di diminuire il rischio di complicanze a lungo termine (di cui parleremo nei prossimi articoli).

  • Nei pazienti con diabete di tipo 1 si richiede un trattamento con insulina.
  • Nei pazienti con diabete di tipo 2 si può ottenere un controllo iniziale della malattia attraverso una dieta ipocalorica con basso contenuto di carboidrati associata ad un aumento dell’attività fisica. I farmaci ipoglicemizzanti orali dovrebbero essere prescritti, per il trattamento del diabete di tipo 2, solo se i pazienti non rispondono in modo adeguato alla dieta dopo un periodo di almeno 3 mesi: dovrebbero essere utilizzati per migliorare l’efficacia della dieta e dell’esercizio fisico e non in loro sostituzione! Tuttavia, per mantenere un controllo glicemico soddisfacente, l’insulina può essere aggiunta al trattamento oppure sostituire la terapia orale, soprattutto nelle fasi più avanzate della malattia.

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Come ci si accorge del Diabete?

Si comincia a pensare che “qualcosa non funziona” quando si comincia a bere ed urinare troppo, magari svegliandosi durante la notte. Altri sintomi possono essere: perdita di peso, eccessiva fame, affaticamento, stanchezza, visione offuscata o sfuocata, ecc.

Quando si sospetta di avere il Diabete la prima cosa da fare è rivolgersi al proprio medico curante, il quale consiglierà esami clinici specifici per confermare o meno la diagnosi.

Nei prossimi articoli parleremo della  terapia farmacologica attualmente disponibile per il trattamento del Diabete Mellito.

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